Tracce nel mare

ecosistemi da salvare

Una
campagna
dalla parte
del mare

L’attività dell’uomo ha messo in grave pericolo la salute delle nostre spiagge e dei nostri mari, ecosistemi fragilissimi colpiti duramente dal proliferare dei rifiuti marini e delle ondate di calore.

Grazie alla ricerca oggi abbiamo gli strumenti per poter riconoscere questi fenomeni seguendo le tracce che lasciano in terra e in mare, fino a risalire alle cause delle principali minacce che corrono gli habitat naturali e la loro biodiversità.

La sfida della nostra campagna e di ognuno di noi è trovare queste tracce per salvare il nostro mare.

Segui le
tracce
lasciate
dall'uomo

Tracce di
rifiuti marini

I micro e macro rifiuti di plastica hanno invaso i nostri mari e le nostre spiagge.

Abbiamo realizzato un kit per la raccolta delle plastiche in spiaggia secondo un protocollo scientifico.

Trova il kit più vicino a te e prendi parte alla ricerca.

Tracce di
reti perse

Le reti da pesca perse o abbandonate in mare ogni anno catturano e uccidono migliaia di organismi.

Su retiperse.it puoi segnalare le reti abbandonate per permettere alle autorità di intervenire.

Cosa c'è
nel kit e
come
funziona

Dove
trovare
i kit di
raccolta

Consegna dei pacchi

AMP Isola di Ustica

AMP Capo Milazzo

Area Marina Protetta Plemmirio

Area Marina Protetta Isole Egadi

Aiutaci a ritrovare
il mare scomparso

aragosta

Aragosta

Nel Mediterraneo si stima che la popolazione sia diminuita tra il 30% e 50% negli ultimi 20 anni. L’aragosta è spesso vittima di cattura accidentale di reti fantasma e attività di pesca non selettiva. L’innalzamento delle temperature ha effetti negativi sulle fasi post-larvali di questa specie, con risultati che compromettono le attività di nuoto rendendo difficile alle larve il raggiungimento degli habitat rocciosi costieri e, quindi, la sopravvivenza.
sgombro

Sgombro

È stato calcolato un declino di almeno il 30% della popolazione nelle ultime 3 generazioni. Le minacce alla base della rarefazione dello sgombro sono l’eccessiva pressione della pesca e l’attuale fase di riscaldamento del Mediterraneo, che incide negativamente favorendo la specie termofila congenere Scomber japonicus (Lanzardo)
riccio di mare

Riccio di mare

Nel Mediterraneo è minacciato non solo dalla pesca non selettiva ed illegale; infatti la condizione necessaria affinché il riccio possa riprodursi con successo è che le temperature dell’acqua siano tra i 13.5 e 18°C che corrispondono anche alle temperature di sviluppo ottimale per le larve, minacciate quindi in maniera molto seria sempre più frequenti ondate di calore anomale.
cernia

Cernia Bruna

La riduzione della popolazione stimata di cernia bruna è di almeno il 50% in 34 anni a livello globale. I tempi di riproduzione della cernia sono molto lunghi e questo la rende estremamente vulnerabile alla pesca intensiva, ma questo non è l’unico pericolo che corre. La cernia infatti è una delle principali vittime delle reti fantasma.

Un fantasma si
aggira in fondo
al mare

Le reti da pesca perse o abbandonate in mare sono in grado di fluttuare in balia delle correnti continuando a “pescare” senza alcun controllo per decenni, uccidendo migliaia di organismi.

Vai su retiperse.it e comincia a segnalare le reti.

Gioca a Tracce nel Mare

il gioco on line che ti fa conoscere tre ambienti marini
sensibili al cambiamento climatico.
Scopri cosa sia la Poseidonia Oceanica,
ritrova il MAERL in fondo al mare
e il maciapiede a vermeti.

TRACCE NEL MARE è una campagna all’interno di CapSenHAR, un progetto finanziato da Interreg VI-A Italia-Malta, il programma di cooperazione territoriale europea che coinvolge la Sicilia e Malta, cofinanziato dall’Unione Europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Grazie all’esperienza maturata sui risultati strategici dei progetti precedenti HARMONY e SenHAR riguardo la perdita di biodiversità marina e sensibilizzazione sul tema, CapSenHAR si estende su più larga scala spaziale, comprendendo diverse aree marine transfrontaliere e coinvolgendo così un numero maggiore di takers per sensibilizzarli sull’importanza di tutelare l’ambiente e contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità marina.

Il progetto rappresenta un modello per future attività di comunicazione e divulgazione su scala locale, nazionale ed internazionale, ed è un nodo di convergenza della conoscenza transfrontaliera per creare una rete futura di progetti che producano conoscenza e sensibilizzazione sul territorio.

Il Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università di Palermo UNIPA è Lead Partner del progetto CapSenHAR, a garanzia di un funzionamento efficace e guida del consorzio verso il raggiungimento degli obiettivi del progetto, in collaborazione con l’Università di Malta UM e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli SZN.

Risultati

RetiPerse
“RetiPerse” ha permesso di segnalare, e quindi censire, la presenza di ben 4 ghost nets(reti fantasma) all’interno della AMP Capo Gallo Isola delle Femmine. La segnalazione delle reti è stata accompagnata da una serie di informazioni richieste sul portale “RetiPerse” ed utili a stabilire il grado di pericolo rappresentato dalla presenza delle reti fantasma per l’ecosistema. Nel dettaglio, le reti fantasma segnalate si trovavano più o meno tutte ad una distanza media di 250-300 m dalla costa e ad una profondità compresa tra 55 e 30 m. In questa zona il fondale è caratterizzato dalla presenza di fondali rocciosi al largo del litorale, dove si sono incagliate tutte le reti. Una delle reti si trovava in uno stato di “pesca passiva” ovvero riportava organismi marini come polpi, crostacei impigliati e stelle marine a ricoprirle e spesso ivi incastrati. Tutte le reti fantasma presentavano una percentuale di organismi incrostanti che copriva meno del 50% della rete totale.
Beach cleaning
Quali sono gli oggetti più frequenti nel marine litter che ormai popola le nostre spiagge? Le attività di beach cleaning realizzate dai partner e benificiari ultimi di CapSenHAR hanno svelato la lista degli oggeti che rappresentano – in modo trasversale in tutte le spiagge prese in esame – l’80% del marine litter! Al primo posto troviamo i mozziconi di sigaretta (con percentuali tra il 30% ed il 45% sui rifiuti totali rinvenuti), al secondo i frammenti di plastica di dimensioni comprese tra 2,5 e 50 cm (con percentuali tra il 25% ed il 30% sui rifiuti totali; tappi di plastica, involucri di merendine/snack, bastoncini di lecca-lecca, cucchiaini e posate, contenitori per alimenti in plastica dura non espansa e bottiglie per bevande in plastica), seguono al terzo posto i frammenti di carta e altri oggetti cartacei (comprese veline, salviette umidificate e ricevute di scontrini; con percentuali tra il 6% ed il 9% sui rifiuti totali). Tra gli oggetti più comunemente ritrovati: bicchieri e coperchi di plastica (fino al 5%), tappi metallici per bottiglie e linguette di lattine (fino al 3%).