Ricerca

Un driver è una qualunque fattore naturale o umano che direttamente o indirettamente causa variazioni in un ecosistema

L’azione dell’uomo sull’ambiente è complessa e si manifesta con l’alterazione della struttura e del funzionamento degli ecosistemi con modificazioni che riguardano i tassi di sintesi e produzione delle strutture biologiche, le caratteristiche delle composizioni chimiche, i flussi di energia e materia, i processi di popolazione e comunità e quindi, in ultima analisi, la biodiversità. La maggior parte delle caratteristiche ecosistemiche poggiano su teorie generali che forniscono esplicite predizioni riguardo i processi di funzionamento ecosistemici. Tuttavia la maggior parte delle attuali teorie ecosistemiche riescono a spiegare variazioni e cambiamenti dovuti ai driver naturali, mentre è spesso difficile predire quella quota di variabilità imprevista dovuta all’azione dell’uomo. Questa variazione residua è misurabile come deviazione dalle predizioni teoriche e ciò può fornire indizi per spiegarne le cause. In questo contesto, il tema unificante e la domanda più ricorrente nel Laboratorio di Ecologia del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università di Palermo riguarda come i driver naturali e la quota di variabilità residua dovuta all’azione dell’Uomo, si combinino nel determinare le dinamiche ecosistemiche, a partire dalla singola specie sino al livello di comunità. Di conseguenza ogni forma di “pressione umana” sugli ecosistemi acquatici che sia in grado di “far deviare dai loro schemi naturali” i processi e il funzionamento, richiama la nostra attenzione. In Laboratorio si studiano gli effetti della contaminazione chimica, dell’alterazione dovuta alla pressione fisica (e.g., inquinamento acustico, termale) e gli effetti dovuti ai cambiamenti globali (incremento di temperatura e della CO2), a partire dagli organismi sessili del benthos sino ai grandi pelagici e dagli ambienti di basso-fondo mobile agli ambienti intertidali rocciosi e subtidali. Per far ciò, usiamo differenti approcci e strumenti tra cui lo studio dei flussi di energia e materia attraverso i differenti comparti, lo studio dei tratti comportamentali degli organismi coinvolti nell’acquisizione di cibo, nell’uso dell’habitat, nella predazione e nell’accoppiamento e dei tratti fisiologici principali coinvolti nel budget energetico degli organismi. Le persone del Laboratorio, sin dagli studenti di triennio fino ai post-doc, amano essere coinvolti ed affrontare questi argomenti con rigore scientifico e capacità di innovazione. I componenti del Laboratorio sono spinti a sviluppare ricerca innovativa ed indipendente inquadrandola nel contesto di rilevanti ed ampie teorie ecologiche. Tutti sono chiamati a scrivere riguardo la loro ricerca, a partire dagli studenti di triennio, ed è quindi una grande fortuna avere con me persone che hanno il desiderio di crescere culturalmente e di pubblicare le proprie idee sulle riviste internazionali più quotate.

Metodologia

Il Laboratorio di Ecologia dell’Università degli Studi di Palermo, diretto dal Prof. Gianluca Sarà, si distingue per l’approccio interdisciplinare nello studio delle interazioni tra organismi acquatici, ecosistemi costieri e fattori di disturbo naturali ed antropici. Il laboratorio integra metodologie sperimentali, modellazione ecologica e tecniche avanzate per affrontare questioni ecologiche legate ai cambiamenti climatici, all’acquacoltura sostenibile e alla conservazione della biodiversità. La missione principale è comprendere i meccanismi che regolano gli ecosistemi marini e costieri, fornendo basi scientifiche per una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Principali Linee di Ricerca e Metodologie:

  • Effetti dei cambiamenti climatici sulle risposte fisiologiche ed ecologiche degli organismi marini attraverso approcci bioenergetici;
  • Ecologia dell’acquacoltura, con particolare attenzione all’impatto delle pratiche di allevamento sugli ecosistemi circostanti;
  • Studi sulle specie invasive, analizzandone l’effetto sulla biodiversità e la competizione con le specie autoctone;
  • Ecotossicologia e biomagnificazione, con tecniche innovative per monitorare contaminanti nelle principali matrici ed all’interno delle reti trofiche;
  • Modellazione ecologica (meccanicistica e correlativa) per predire gli effetti del disturbo antropico su ecosistemi marini e costieri, nonché la futura distribuzione degli organismi;
  • Monitoraggio del metabolismo e dei tratti funzionali di organismi acquatici attraverso tecniche non invasive;
  • Studio della struttura trofica e delle dinamiche comunitarie in ecosistemi marini e salmastri.

 

Principali Ecosistemi Investigati:

  • Ecosistemi costieri Mediterranei;
  • Habitat intertidali e subtidali;
  • Lagune e stagni costieri;
  • Ecosistemi polari e ambienti estremi;
  • Aree marine protette;
  • Ambienti di transizione;
  • Ecosistemi influenzati da pratiche di acquacoltura.

Siti di campionamento